La Storia di un Laboratorio

La Storia di un Laboratorio

 

Le truppe rivoluzionarie espugnavano i bastioni della Città eterna relegando all’interno delle mura Leonine Sua Santità Pio IX, prigioniero di se stesso. Da quel giorno, la sorte e l’aspetto della Città eterna cambieranno per sempre. Al Piano Regolatore per Roma Capitale faranno seguito grandi e controverse demolizioni necessarie all’urbanizzazione di nuovi quartieri per la costruzione di nuove arterie e moderni tracciati ferroviari. Dopo l’ultimazione delle ferrovie papaline fra queste la Roma-Frascati, si procederà alla realizzazione della Roma-Tivoli, un breve tracciato che segnerà indelebilmente le sorti del quadrante est della città, trasformandola in un grande e operoso borgo operaio con le sue ciminiere fumanti, i suoi fabbricati popolari e popolosi, le sue fabbriche e i suoi cantieri artigiani.

Una modesta stazione troverà posto nel piazzale antistante l’antica Basilica Laurenziana a due passi da quel Cimitero del Verano, che tanto influenzerà lo sviluppo e la trasformazione. Voluta per favorire l’arrivo di manodopera dalle campagne circostanti, la nuova ferrovia garantirà soprattutto un collegamento veloce e diretto con le cave di travertino, presso Bagni di Tivoli, sancendo così la destinazione marmoraria di quella zona di campagna a ridosso del Cimitero che prenderà così il nome di San Lorenzo. Grandi artigiani dalla moderna visione imprenditoriale, quali Biondi, Ricci, Calizza e Rossi fecero loro gli ampi spazi di verde sottraendo terreno alle immense vigne ed edificando le loro botteghe con annesse abitazioni, intorno alle quali poco a poco crebbe l’edilizia popolare. Ecco quindi alloggiati “gomito a gomito” gli operai impiegati nell’edilizia e nel settore cimiteriale ed i primi rappresentanti della media borghesia nelle loro abitazioni private.

Dei Rossi si ricorda l’impegno nell’edilizia monumentale quale i grandi ministeri e soprattutto quell’opera colossale consistente nel ricovero e la messa a punto degli enormi blocchi in botticino che provenendo già lavorati dalla sapiente manovalanza bresciana andarono a comporre quella montagna di calcare bianco che oggi conosciamo con il nome di Altare Della Patria
Importanti nomi dell’architettura quali Koch e Sacconi varcarono il grande cancello che si apriva a inizio secolo davanti alla campagna che faceva da quinta all’odierna via dei Reti, arteria spartiacque tra la zona artigiana dei marmisti e la zona popolare abitativa della cosiddetta parte alta. Un binario che asserviva al trasporto dei blocchi all’interno del cantiere medesimo sottolineava con severe linee d’acciaio questa demarcazione netta che ancora oggi spacca in due la mattiniera S. Lorenzo dei marmisti e la nottambula S. Lorenzo dei locali.

Ancora oggi come allora, la nostra soglia si apre in via dei Reti. Sotto i nostri capannoni, alla guida dei quali si sono alternate ininterrottamente dal 1906 le famiglie Rossi, Furioli e Grammaroli, abbiamo visto transitare piccoli e grandi tasselli che hanno fatto di Roma la capitale che conosciamo. Palazzi del potere, chiese, edifici storici, ed ancora oggi come allora, ci occupiamo degli interventi cimiteriali e artistici per la nostra città.

Oltre cento anni
viva quella tradizione artigiana che dentro le nostre anime sopravvive come in un’oasi da oltre cento anni.

 

Lapidi, Tombe, Cappelle e Monumentini Cimiteri Roma e Cimitero Fiumicino